sabato 8 febbraio 2014

Generation War

E' andata in onda ieri sera la prima parte di una mini serie  trasmessa per la prima volta nel marzo 2013 in Germania ,  prodotta dal canale pubblico tedesco ZDF, che ha causato  il più vasto dibattito di critica e di pubblico degli ultimi anni, soprattutto in Polonia , Gran Bretagna e USA.
Generation War – Unsere Mutter, unsere Vater (Le nostre madri, i nostri padri) -”  racconta le vicende di cinque giovani tedeschi, tutti intorno ai vent’anni, legati da una profonda amicizia, che a Berlino, nel 1941, si incontrano un’ultima volta prima di prendere ognuno le proprie strade, tutti convinti di ritrovarsi di lì a pochi mesi , a Natale, a guerra conclusa e naturalmente vinta. Euforici ed appassionati, tutti desiderano  lasciare un segno nella storia e per questo non esitano a gettarsi in quella grande avventura che secondo loro cambierà l’Europa, senza comprendere, almeno inizialmente, che saranno loro ad uscirne  profondamente cambiati e segnati.
Narratore della storia è Wilhelm (Volker Bruch), ufficiale pluridecorato, inviato a combattere sul fronte orientale. Con lui c’è anche il fratello minore  Friedhelm (Tom Schilling), soldato semplice  nello stesso plotone. Mentre Wilhelm crede fermamente nel valore della guerra ed è fortemente determinato  nel compiere il suo dovere, Friedhelm è invece sensibile e sognatore, più interessato alla letteratura e alla poesia che alla guerra.
Profondamente innamorata di Wilhelm, ma incapace di confessarglielo, è Charlotte (Miriam Stein), infermiera nella Wehrmacht, e anche lei sul fronte orientale.
Greta (Katharina Schuttler) , che lavora in un bar, spera di diventare una famosa cantante e nel frattempo ama ed è riamata da Victor (Ludwig Trepte),  un giovane sarto ebreo.
Victor vorrebbe abbandonare il paese assieme alla sua famiglia, ma i genitori , ormai anziani, si rifiutano. Greta, allora, per aiutare il fidanzato ad ottenere  i documenti che gli permetterebbero di partire,  diventa l’amante di un colonnello delle SS.
Nessuno di loro, come milioni di altre persone, riuscirà ad immaginare ciò a cui la guerra li costringerà. Solo tre di loro si ritroveranno a guerra conclusa in una Berlino devastata.
I  cinque giovani tedeschi protagonisti della miniserie vengono presentati come dei comuni ventenni pieni di sogni e di speranze che però, poco a poco, costretti dalle circostanze, compiono azioni terribili.
In Germania  è stata considerata una serie coraggiosa, che ha avuto  il difficile compito di mostrare persone normali che hanno tirato fuori il peggio da loro stesse: la dolce infermiera Charlotte, desiderosa di aiutare i soldati feriti, non esita a denunciare la sua aiuto infermiera locale, da lei stessa scelta, quando scopre che è un medico ed è ebrea, così come Wilhelm esegue senza fiatare gli ordini dei suoi superiori, uccidendo prigionieri di guerra russi e civili innocenti.
Un tema difficile, che ha suscitato non poche polemiche: Ryszard Schnepf, l’ambasciatore polacco presso la sede americana, ha scritto una lettera di lamentele alla rete Music Box, rea di aver comprato i diritti della serie tedesca e la rivista inglese The Economist ha definito “Generation War” come il prodotto televisivo più controverso nella storia della tv tedesca.
Dal punto di vista tecnico la serie è di altissimo livello, sia per quanto riguarda la regia che le ambientazioni, gli attori sono tutti ricchi di talento ma a disarmare è la naturalezza con cui vengono presentati i protagonisti : all’inizio si simpatizza con loro ma  poi tutti loro si macchiano di crimini raccapriccianti.   Questo processo viene portato avanti dagli autori senza forzare il giudizio e senza giustificare nessuno, ma il loro scopo è di portare lo spettatore a riflettere sul fatto che in quelle condizioni storiche l’uomo comune si sarebbe comportato esattamente così.
Lo storico Norbert Frei ha lodato il film per aver mostrato per la prima volta alla televisione tedesca un ritratto nudo e crudo della guerra della Germania contro l'Unione Sovietica, compresa la partecipazione della Wehrmacht in assassinii di ebrei, nella fucilazione di ostaggi come rappresaglia contro la resistenza partigiana, e nel saccheggio delle case lasciate libere dagli ebrei. Secondo lui il film non ha presentato i dati relativi a una dimensione idealizzata, ma le persone normali  che diventano consapevoli della loro colpa comune.
Molti spettatori polacchi si sono invece sentitti profondamente oltraggiati dalla rappresentazione nel telefilm dei Polacchi come i più grandi anti-semiti . Tygodnik Powszechny ha descritto il film come "falsificazione della storia" (Historyczne fałszerstwo) in quanto raffigura  tutti i polacchi come fanatici antisemiti, ancor più che i tedeschi, che sono mostrati come "sostanzialmente brava gente" ingannata dai nazisti. 
 I critici polacchi hanno dichiarato che gli sceneggiatori hanno cercato di diffamare la resistenza anti-nazista  e l'esercito clandestino polacco Armia Krajowa, che viene mostrato nel film come ferocemente antisemita  L'ambasciatore polacco in Austria, Jerzy Marganski, e l'ambasciata polacca in Germania hanno inviato una lettera di reclamo alla emittente tedesca ZDF sottolineando che la Armia Krajowa ha avuto anche membri ebrei e che i Polacchi costituiscono quasi un quarto dei  Giusti tra le Nazioni onorati a Yad Vashem in Israele 
L'aspetto positivo della miniserie è che "il vecchio concetto accettato da tutti che le barbarie commmesse  durante la Seconda Guerra mondiale erano limitate alle SS e alla Gestapo è stato messo da parte e che  si  riconosce quello che gli studiosi hanno stabilito negli ultimi anni, che la Wehrmacht ha svolto un ruolo importante nel commettere atrocità nei paesi occupati "
Ma  l'aspetto negativo è che  "mentre stavano distruggendo un mito, i realizzatori del telefilm ne hanno costruito un altro: quello che i giovani uomini e donne della Germania di allora sono stati sedotti e poi selvaggiamente traditi e brutalizzati dai nazisti e dalla guerra stessa  che li hanno resi  loro complici. Questo telefilm è in effetti  rivolto ai  Tedeschi di oggi, che vorrebbero, forse,   arrivare ad una resa dei conti finale con il periodo della guerra
Generation War è  infatti un appello per ottenere il perdono, ma il film vende anche un'  innocenza dubbia nella speranza di suscitare la riconciliazione perché  non mostra quello che effettivamente erano i giovani di allora, completamente affascinati e fedeli ad Hitler, ed i trenta-quarantenni, che usarono ed abusarono del Nazismo e continuarono a vivere, anche dopo la fine del conflitto, senza alcun pentimento
Non solo i gerarchi nazisti riconosciuti colpevoli e giustiziati a Norimberga commisero atrocità. Tutto il popolo tedesco era complice e fedele alleato del nazismo e non si ribellò mai alle atrocità commesse durante la guerra.
Basta rivedere i filmati degli Alleati che avevano appena liberato i campi di concentramento come Dachau o Buchenwald , dove lo sterminio era stato commesso anche senza le camere a gas sui prigionieri di tutta Europa, non solo ebrei
I soldati americani  portarono le popolazioni civili  tedesche locali a visitare quegli orrori dove ancora vi erano prigionieri del Reich vivi ma ridotti a scheletri e mucchi di morti, uccisi dagli stenti, dalla fame, dalle percosse, e gettati  dai loro aguzzini negli angoli, a mucchi, povere ossa nude , senza pietà alcuna per il loro essere stati uomini e donne con una dignità ed una vita da rispettare
 Ma molti di quei visitatori messi in fila ed obbligati a vedere, con i loro bei cappotti borghesi, lindi  puliti ed azzimati, sapevano già cosa avrebbero visto perché dalle finestre delle loro case avevano potute assistere per anni a quello che succedeva in quei campi, complici di una tale tragedia a cui non si erano  opposti mai, piccoli ingranaggi di un regime che faceva della superiorità tedesca il suo cavallo di battaglia e che provocò almeno undici milioni di morti con le sue folli idee di supremazia razziale.

Nessun commento:

Posta un commento

Lasciate un commento o una riflessione personale per arricchire questo blog e chi lo lo legge con voi
Grazie ericablogger