domenica 19 febbraio 2017

Questa non è una canzone d'amore

Ho letto alcune settimane fa un noir italiano molto inusuale, ironico, buffo e divertente,  Questa non è una canzone d'amore di Alessandro Robecchi con protagonista Carlo Monterossi, disincantato autore televisivo cinquantenne che deve il suo successo a trasmissioni che lui stesso disprezza.
"Crazy Love" è solo l'ultimo dei programmi che deprecabilmente riscuotono buona audience.
L'autore ha deciso di defilarsi, ma è costretto ad un repentino rientro non tanto per le insistenze della vulcanica presentatrice, quanto per sfuggire ad un folle omicida e per aggiustare un torto.
E' il romanzo d’esordio di uno dei migliori giornalisti satirici italiani. Una storia di delitti e scherzi del destino, esilarante e nera, tra la malavita milanese male organizzata, gli zingari generosi del campo rom, filonazisti in cerca do oggetti del passato, comprese le luger delle SS, autori di successo e televisione trash. Bellissimi i pezzi del romanzo dove sono protagonisti i due killer prezzolati e quelli dei giovani zingari che devono vendicare l'incendio del campo rom
Il linguaggio è spesso il vero protagonista e non si può non ridere e continuare a ridere anche se la vicenda non lo è per nulla
 Alessandro Robecchi (Milano, 16 giugno 1960) è un giornalista,  professionista dal 1982, scrive per il Fatto Quotidiano. È stato editorialista de Il manifesto, sul quale firmava ogni domenica la rubrica "Voi siete qui". Collabora con MicroMega e il Misfatto, l'inserto satirico de il Fatto Quotidiano, con Style e Smemoranda.
Dal 2007 è tra gli autori degli spettacoli di Maurizio Crozza, in televisione su LA7 e in teatro.
Ha lavorato come caporedattore al settimanale satirico Cuore, e ha collaborato con Diario della Settimana, Diario del Mese, Gente Viaggi . È stato critico musicale per L'Unità e ha collaborato al mensile di musica Il mucchio selvaggio, firmando i suoi commenti con lo pseudonimo di Roberto Giallo. È stato fondatore e direttore del mensile gratuito Urban.
In radio, è stato direttore dei programmi a Radio Popolare, firmando per cinque anni una striscia satirica quotidiana, Piovono Pietre (premio Viareggio per la satira politica 2001).
Ha scritto due libri: Manu Chao, musica y libertad (Sperling e Kupfer, 2001) tradotto in cinque lingue e Piovono Pietre, cronache marziane da un paese assurdo (Editori Laterza, 2011), pamphlet satirico che descrive ironicamente la politica italiana, vincitore del premio Giuseppe Giusti 2013.
 Il suo sito è http://www.alessandrorobecchi.it/




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